Paul Di’Anno + Children Of The Damned – Il live report di MaidenConcerts.it

Grantorto (PD) – 15/12/2013 Paul Di’Anno assieme ai Children Of The Damned, una grande serata al Wanted Rock Bar di Grantorto.

L’ultima data del farewell tour di Paul Di’Anno si è tenuta la scorsa domenica al Wanted Rock Bar & Live Music di Grantorto in provincia di Padova. Paul è accompagnato come in tutte le sue calate in Italia dai Children Of The Damned, cover band italiana degli Iron Maiden sul campo dal 2001.

L’appuntamento è alle ore 20:30 per l’apertura delle porte, fuori dal locale c’è gia una discreta fila e il pubblico inizia ad entrare, il tempo di bere un paio di birre e alle 21:30 il Wanted è già pieno, i biglietti disponibili vengono tutti venduti. L’atmosfera inizia a scaldarsi quando riecheggiano le note di Rising Mercury seguite dall’introduzuione di Moonchild, sul palco salgono i Children Of The Damned con alla voce Claudio Cesari, la band è accolta con grande calore del pubblico, la folla presente canta e si agita a ritmo di musica, Paul non si vede ancora (sul palco, in realtà ogni tanto mette la testa fuori per vedere come va) e i CotD scaldano la platea esibendosi con parte del repertorio Iron Maiden proposto durante il Maiden England Tour, 2 Minutes To Midnight e The Evil That Men Do passando poi per The Trooper durante la quale Claudio salta sul palco con la classica casacca rossa e Union Jack alla mano a ricordare in tutto e per tutto il grande Bruce Dickinson anche dal punto di vista della performance vocale, tocca ora a Fear Of The Dark e Wasted Years con una magistrale interpretazione da parte del chitarrista Francesco Bevini. A questo punto la band si ritira nel backstage, la prima parte della serata è conclusa, il tempo di riposarsi un attimo e dopo circa una mezzora di pausa il sipario si riapre, il pubblico viene investito dal suono delle chitarre di Carlo Micheletti, leader della band, e Michele Galli il quale ha sostituito Francesco alla chitarra, è il momento di Sanctuary e di Paul Di’Anno il quale sale sul palco e canta a squarciagola senza sbagliare una nota dimostrando così di avere ancora una gran voce e una grande energia, la band esegue egregiamente il brano mostrandosi all’altezza della situazione, la somiglianza delle sonorità e la destrezza dei musicisti sono incredibilmente simili a quelle dei veri Iron Maiden. La seconda canzone in setlist è Prowler seguita poi da Marshall Lockjaw tratta dall’album Murder One del 1992 inciso da Di’Anno assieme ai Killers.

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La scaletta continua con Murders In The Rue Morgue, The Beast Arises (Murder One) e Children Of Madness, estratto dell’omonimo album dei Battlezone (1987). La settima posizione della setlist spetta alla strumentale Ides Of March, introdotta dalle veloci rullate di tamburi di Federico Paulovich, molto bello poi il ricordo di Paul verso Clive Burr, ex batterista degli Iron Maiden venuto a mancare lo scorso 13 marzo con cui Paul ha inciso i primi due album della band inglese e il live Maiden Japan, prima della struggente Remeber Tomorrow. Sul palco Di’Anno ride e scherza e tra una canzone e l’altra beve qualche bicchiere di liquore sostenendo scherzosamente il fatto che quello non è liquore ma tè freddo. L’abiente diventa poi rovente con Charlotte The Harlot seguita dalle mitragliate di basso di Matteo Panzavolta in Killers, il pubblico fino ad ora ha cantato tutte le canzoni, è quindi ora di riposare un po’ la voce con la seconda traccia strumentale della serata, Transylvania. Il concerto è quasi concluso e sul palco sale tutta la band al completo, Carlo, Francesco, Michele, Matteo e Federico alla strumentazione, Claudio e Paul alla voce, è il momento di Running Free, ultima canzone del repertorio Iron Maiden e penultima nella setlist. La serata si conclude con Blitzkrieg Bop dei Ramones e un pubblico seza voce, senza udito, sudato e sorridente!

Come al solito i Children Of The Damned hanno dimostrato di essere una grande band live, costituita da ottimi musicisti capaci di coinvolgere il pubblico sprigionando energia da tutti i pori. Paul Di’Anno a dispetto dei suoi acciacchi è ancora un grande frontman, capace di divertire e stupire con la sua voce graffiante e calda.

Terminato il concerto Paul si concede per qualche foto e qualche autografo di rito, accedo al backstage e faccio quattor chiacchiere con lui il quale sembra molto affaticato e distrutto dalla serata, questo mi fa capire che ha datto tutto quello che poteva, senza fare spacconate e divertendosi di gusto, questo è il Paul Di’Anno che vogliamo!

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